HomeIndice generale Descrizione e viaggi > Da Seume a Zolla
 
Nel già citato numero 11 di “Terra d’Este” si fa riferimento al brano di Johann Gottfried Seume che nel 1802 intraprese un viaggio da Lipsia a Siracusa. Nel suo lungo itinerario a piedi, tra Padova e Monselice egli potè osservare i guasti prodotti dalle esondazioni dei numerosi corsi d'acqua, le condizioni disastrose delle strade, la miseria che regnava nei casolari della campagna. Fermatosi in un'osteria nei pressi di Monselice, tentò disperatamente di avere un pezzo di pane, dichiarandosi disposto a pagarlo a qualsiasi prezzo, ma trovò soltanto una fetta di cattiva polenta. 
Seume Johann Gottfried, L’Italia a piedi 1802, a cura di A. Romagnoli, Milano 1973, p. 124-125. 
 
Nel medesimo numero sono riportati alcuni testi che raccolgono rapide percezioni e notazioni di viaggio di illustri autori (con indicazioni delle opere da cui sono tratti i brani): 
De Brosses C., Sulla strada da Padova a Rovigo, tratto da Viaggio in Italia. Lettere familiari, prsentazione di C. Levi e G. Natoli, Miulano 1957, vol. I, Lettera XIX, p. 252-254. 
Lo sguardo di De Brosses è attirato dalle ville dislocate lungo il canale che collega Padova a Monselice: gli appaiono addirittura più belle di quelle del Brenta. Severissimo, però, è il giudizio sul Cataio di Battaglia, etichettato come un'opera di cattivo gusto. 
Shelley P. B., In villa ad Este, tratto da Morire in Italia. Lettere 1818-1822, introduzione di F. Marenco, Milano 1992, p. 22-28. 
Dagli inizi dell'Ottocento il villaggio di Arquà divenne la meta consueta del pellegrinaggio di letterati italiani ed europei, più o meno illustri. Il primo viaggiatore, che, scendendo da Padova verso sud, alla volta di Roma, fece una brusca deviazione verso Arquà fu George Byron. La visita ebbe luogo nell'aprile del 1817 e fornì al poeta materia di ispirazione per il quarto canto del poema Il pellegrinaggio del giovane Aroldo. È probabile che i versi dedicati da Byron al Petrarca — dice Selmin nel suo saggio - abbiano contribuito non poco a consacrare definitivamente Arquà come santuario letterario nell'ambito della cultura europea. Alla visita di Byron seguì quasi immediatamente - il 10 giugno - quella di Stendhal, anche lui in viaggio da Padova alla volta di Roma e con ogni probabilità, l'anno dopo, Arquà fu meta del pellegrinaggio di Percy B. Shelley, che nell'agosto del 1818 da Bagni di Lucca raggiunse a Venezia l'amico Byron. Questi gli mise a disposizione la villa di Este che alla fine del 1817 aveva preso in affitto dal console inglese di Venezia. Quello estense fu per il poeta inglese un soggiorno felicissimo sul piano creativo: vi compose Giuliano e Maddalo, un dialogo tra due personaggi nei quali è facile riconoscere Byron e lo stesso Shelley; l'ambientazione è veneziana, ma non mancano ampi riferimenti ai colli Euganei. Vi iniziò il poemetto Versi scritti fra i colli Euganei (Lines written among the Euganean hills), che fu pubblicato nel 1819 accompagnato da una "Avvertenza" dell'autore da cui si ricava che l'ispirazione gli fu offerta da un'escursione che lo condusse fino alla cima del Venda.  
Valery A. C., La casa e la tomba di Petrarca tratto da Voyages historiques et littéraires en Italie, pendant les années 1826, 1827 et 1828, ou l’Indicateur italien, Bruxelles 1835, p. 167-168. 
Nei Voyages historique et littéraires en Italie per Valery, tra Padova e Rovigo, l'unico luogo meritevole di segnalazione è Arquà che per lui è soltanto un monumento letterario che si concretizza nella casa e nella tomba del cantore di Laura. 
Chateaubriand F. R. de, L’oro del tramonto sui Colli Euganei, tratto da Mémoires d’outre-tombe, Paris 1983, vol. II, p. 798-799. 
Il testo di Chateaubriand (1768-1848) trasuda cultura letteraria, tanto nel lungo e farraginoso catalogo degli scrittori italiani quanto nella citazione byroniana e nel riferimento ad Arquà, peraltro troppo vaga per poter dare per certo un suo pellegrinaggio alla tomba del Petrarca (l’ipotesi della visita fu avanzata da Gabriel Faure). 
Widmann J. V., Battaglia e Arquà Petrarca, tratto da Sizilien und andere Gegende italiens. Reisen mit Johannes Brahms, Frauenfeld 19123, capitolo Battaglia und Arquà Petrarca. 
Scrittore svizzero di origine austriaca, le pagine relative a Battaglia ed Arquà si riferiscono ad un viaggio compiuto nel 1895 con un programma ben definito in cui era prevista anche la sosta a Battaglia, che testimonia la fama di cui godeva il centro termale euganeo nell'area mitteleuropea. Di Arquà colpisce il giudizio severo sui contadini che egli compara a quelli della Foresta Nera per via del grezzo dialetto molto più oscuro rispetto ai raffinati toscani e il quesito sulla scelta del Petrarca che viene ascritta a questo dominio dello sguardo che il luogo consente. 
Faure G., Nei Colli Euganei, tratto da Heures d’Italie, éd. nouvelle, Paris 1934, capitolo intitolato Dans les collines Euganéennes.  Col titolo Heures d’Italie. Des bordes de la Brenta aux Monts Euganéens, comparve nella  Revue des deux mondes, 15 janvier 1913. 
Uno scrittore francese innamoratissimo dell'Italia, del quale colpisce la profusione delle citazioni letterarie e curioso più che della natura e dei paesaggi, di monumenti e d'arte. 
 
Ancora dedicato al Grand Tour è il n. 18 di “Terra d’Este”. Questi gli interventi: 
Francesco Selmin, I Colli Euganei nel “Grand Tour”, in “Terra d’Este. Rivista di Storia e Cultura”, 9 (1999), n. 18, p. 7-26. 
Rognoni F., Byron e Shelley: da Arquà a Este, p. 27-38. 
Pietrogrande A., Il paesaggio-giardino veneto nella memoria dei viaggiatori del passato, p. 39-50; 
Luciano Morbiato, Vita veneziana e paesaggi veneti (con un pellegrinaggio ad Arquà) nell’opera di William Dean Howells, in “Terra d’Este. Rivista di Storia e Cultura”, 9 (1999), n. 18, p. 51- 76. 
Urettini L., Il viaggio di George Sand nel Veneto e il suo amore veneziano, p. 77-90. 
 
Sulla frequentazione del Casanova con l’abate Gozzi e il suo dimorare presso i Colli: 
Brunelli Brunetti B., Figurine padovane nelle memorie di Giacomo Casanova, “Padova e la sua provincia”, 29 (1983), n.5, p. 23-35. 
Tratta del soggiorno del Casanova presso la Villa Mocenigo (Mainardi dal 1968) ai “Guazzi di Abano” — dove fu ospite lo stesso Goldoni nel 1752 — e dove l’eccentrico veneziano compose un libello contro il Voltaire, lo Scrutinio del libro Eloges de M. De Voltaire par differents auteurs
Peretti Gianluigi, Ai Bagni d’Abano Casanova cerca di demolire Voltaire, “Padova e il suo territorio” 21(2006), n. 123, p. 41-43. 
 
Altre testimonianza abbiamo in: 
Rogissart de, Le dèlices de l’Italie, tomo I, Leide 1709, diario di viaggio con particolare riferimento alla pag. 168 ed all’incisione “Les Baines d’Abano” a p. 200. 
La Lande, Jérome J. de, Voyage d’un François en Italie fait dans les années 1765 et 1766, Venise et Paris 1769. 
Zolla E., Verità segrete esposte in evidenza. Sincretismo e fantasia. Contemplazione ed esotericità, Venezia 1990, p. 32-35.