HomeIndice generale >  Superstizioni e stregoneriaOpere con riferimenti all'area locale
 
Opere che contengono riferimenti più diretti all’ambiente locale: 
Angoletta Padovani L. — Mattei Beccari L. — Borgherini Scarabellin M., Tradizioni venete, Padova 1924. Volume diviso in tre parti: nella prima sono raccolti canti, tradizioni popolari, fiabe e leggende; nella seconda Letizia Mattei Beccari presenta la figura di Pietro d’Abano, il Mago, e la traduzione di una novella del Tieck, ispirata da questo personaggio leggendario; nella terza si riportano alcuni cenni sulla storia del costume veneto. 
Coltro D., Mondo contadino. Società, lavoro, feste e riti agrari del lunario veneto, 2 voll., Venezia 1982; nel capitolo i casi della vita si descrive la stria, il libro di Pietro d’Abano, i maghi, le prevenzioni contro le disgrazie e le previsioni del futuro. 
Credenze sulla sposa e sul matrimonio e sul Calendimarzo troviamo in: 
Corrain Cl. — Gallo P., Padova e i Colli Euganei: tradizioni e costumi. La corsa dei barberi, in “Tutt’Italia. Le Venezie" 2 (1964), p. 568-572. 
Sulla figura di Pietro d’Abano, medico e filosofo padovano, ritenuto dal popolo un mago tratta: 
[Guerrieri G.], Il libro di Pietro d’Abano, credenze feltrine, in “Studi Bellunesi”, 1 (1896), n. 6, p. 2, dove lo si descrive come figlio del diavolo e gli si attribuisce un libro tutto di segni e cifre misteriose che a saperlo bene decifrare fa comandare e ottenere quel che si vuole. 
Milani M., Streghe, morti ed esseri fantastici nel Veneto oggi, Padova 1994 (Saggi e materiali universitari. Serie di cultura e tradizioni popolari), 1.a ed. nel 1985 e 2.a nel 1988 riveduta ed ampliata che raccoglie anche alcune tradizioni locali come quella col titolo La donna del pozzo (p. 235-236) o quella relativa alla Carega del diavolo (p. 233). Sono testimonianze raccolte da studenti in base ad un questionario sottoposto agli abitanti di piccoli centri agricoli del Veneto in età compresa fra i 40 e gli 80 anni. Ogni intervista indica il luogo, il periodo, il nome dell’intervistato e dal cognome dell’intervistatore. Gli argomenti di cui si occupa sono: streghe, oggetti diabolici, esseri fantastici, morti, presagi, storie e leggende. 
Sulla tradizione del “battere” marzo — che l’autore collega al desiderio di conservare la bellezza, la salute, le energie del corpo e di allontanare la iettatura — che consiste in un rumoroso girovagare per le campagne di ragazzi e ragazze prima della fine di febbraio e nel rito di bruciare un fantoccio nel primo giorno di marzo, illustrando le credenze dell’impopolarità di marzo: 
Paladini P., La tradizione padovana e veneta di “battere” marzo, in “Rassegna di Clinica, terapia e Scienze affini”, 34 (1935), fasc. 2, p. 105-108. [riferita anche in "Atti e memorie dell’Accademia di storia dell’arte sanitaria", 1 (1935), serie II, n. 3-4, p. 105-108].  
Sagra (La) degli ossessi. Il patrimonio delle tradizioni popolari italiane nella società settentrionale, a cura di A. T. Altan, Firenze 1972; Il Veneto viene trattato alle pagine 287-360 dove la zona del nostro interesse è trattata da: 
Corrain Cl. — Gallo P., Padova e i Colli Euganei; Menegus Tamburin V., Este e la pianura del Brenta
Tamburin V. M., Este e la Piana del Brenta: tradizioni e costumi. L’Uomo e il fiume, in “Tuttitalia. Veneto”, 2 (1964), p. 622-624, l’articolo si occupa delle credenze legate alla festa di San Pietro, del bater marzo e della credenza secondo la quale le visite a Natale, Capodanno e Pasqua, porterebbero via la fortuna. 
Molte notizie sulle fade, sull’orco-musso, e sugli altri personaggi della mitologia popolare come el salvane’o, el basalisco, el bisso-ga’o un serpente con la cresta come un gallo che s’abbeverava alle fontane spargendo i panico intorno sono state raccolte nell’area monselicense da R. Valandro: 
Valandro R., In-canto per la Bassa. Le vecchie storie di una terra antica, Este 1984. In particolare nel capitolo “Le voci del maggior Colle” (p. 37-118) parla degli oggetti smarriti, dei tesori nascosti, delle fade, delle streghe, delle feste pasquali, del San Giovanni Battista, della lumiera, delle anime dei defunti, degli esseri fantastici. 
Valandro R., Di alcune leggende, tradizioni e superstizioni nell’area monselicense, Padova 1979. Nel volumetto che raccoglie le indagini svolte con l’ausilio di alunni sono raccolte leggende, tradizioni e notizie relative alle fate della notte, all’orco, al Salvanello, agli animali fantastici ed alle streghe. 
Varotari D., Il vespaio stuzzicato, Venezia 1641. Raccoglie sonetti e satire in versi, fra le quali interessante è “Delle osservazioni superstiziose del Volgo” in cui descrive e condanna una decina di superstizioni diffuse a Venezia come il triste presagio del rovesciare la saliera sulla tavola, la superstizione del venerdì, ecc. Cesare Musatti si è occupato di questa satira nell’articolo I pregiudizi volgari combattuti da un verseggiatore veneziano del secolo XVII in “Archivio”, 23 (1906-1907), p. 291-294.