Cabianca Jacopo, Giovani Tonesio, racconto, In Livorno, presso l’Emporio Librario, 1846, che narra la vita di uno studente a Padova con molti riferimenti ai Colli Euganei (lo stesso autore fu tra i collaboratori del foglio “Caffè Pedrocchi” che si pubblicò settimanalmente a Padova tra il 1846 e il 1848). 
 
Calano D., I castelli dei Colli Euganei tra fonti scritte ed archeologia, in Castelli del Veneto. Tra archeologia e fonti scritte, Atti del Convegno (Vittorio Veneto, 2003), a cura di G.P. Brogiolo — E. Possenti, Mantova 2005, p. 93-116. 
 
Calicanto, Isole senza mar. Musica e storie dei Colli Euganei, Ideazione e direzione artistica Roberto Tombesi, Este, Parco Regionale dei Colli Euganei, 2005. 
Il volumetto — con inserto di CD musicale — propone il certosino lavoro del Gruppo “Calicanto”  nella raccolta e rivisitazione del patrimonio musicale dei Colli che contiene preziosi riferimenti ai trovatori della Corte Estense, a Beatrice d’Este, a Petrarca, Shelley, al canto gregoriano, a rituali come il “batimarso” o le cante di questua, danze, ninne nanne. 
Da segnalare l’interpretazione dei monaci di Praglia  del brano “Galli cantu” che introduce il CD. Il volumetto conclude con una sintesi degli aspetti dei Colli di maggior impatto culturale. 
In occasione del 1° Festival Regionale di Musica e Cultura Popolare Veneta di Rovigo si è svolto anche una tavola rotonda che ha visto la partecipazione di studiosi di etnografia dell’Università di Padova e di personaggi legati al territorio collinare come lo stesso direttore artistico del Festival, Roberto Tombesi: 
Il patrimonio della musica popolare veneta tra tutela e innovazione, Atti della Tavola rotonda (Rovigo, Museo dei Grandi Fiumi, 5 settembre 2002), a cura di Mario Cavriani, Rovigo, Minelliana, 2003. 
 
Calmo Andrea, Le bizzarre, faconde et ingegnose rime piscatorie nelle quali si contengono Sonetti, Stanze, Capitoli, Madrigali, Epitaphii, Disperate, e Canzoni. Et il Commento di due sonetti del Petrarca, in antiqua materna lingua, testo critico e commento a cura di Gino Belloni, Venezia, Marsilio, 2003. Un commediografo veneziano (1510-1571) verso il quale l'attenzione della critica si sta risvegliando. Importante per lo studio della letteratura e del dialetto veneto, l’opera ci offre uno spaccato del mondo lagunare (che fa pendant con quello del Ruzante sulla campagna padovana) soffermandosi sulla vita quotidiana del popolo minuto. Il canzoniere che si rifà alla tradizione petrarchesca è in realtà una parodia del genere di poesia “alta”, preferendo un verseggiare di estrazione popolare che rinvia alla vita del popolo. 
 
Camaldoli ed i Camaldolesi, Eremo di Rua (Torreglia) — Roma, Scuola tip. Pio X, s.d., (28 pp.). Contiene anche alcune pagine di guida all’insediamento camaldolese a Rua. 
 
Contiene un sorprendente saggio sulle preferenze alimentari del Petrarca e sulla sua predilezione per la naturalità del cibo e dei luoghi, con molti riferimenti al suo soggiorno euganeo e patavino: 
Camporesi Piero, Le vie del latte. Dalla Padania alla steppa, Milano Garzanti 2006, (Saggi), con riferimento al capitolo: Il padano Petrarca, p. 51-101. 
 
Canta alla Pauana in ti sponsiegi de so celenza conte Veneto Zuanegi co so celenzia Camila Martinegi, A Paua, s.d., [circa 1750]. Gioco linguistico pavano di metà ‘700. 
 
Canton F., La cronaca padovana inedita di Giovan Francesco Buzzacarini, “Padova e il suo territorio. Rivista di arte storia cultura”, 22 (2007), n. 128, agosto 2007, p. 10-13, che espone alcuni dati e riporta un breve saggio di un avvincente documento inedito relativo agli anni tormentati della Lega di Cambrai, scritto in “padovano” da un esule dell’alta aristocrazia, filoimperiale e fiero nemico di Venezia. 
 
Si occupa degli aspetti religiosi collegati ai centri cultuali di Montegrotto e di Este: 
Capuis L., Acqua nel culto e culto dell’acqua nel Veneto preromano, in Letture d’acqua, a cura di O. Longo, P. Scarpi, Presentazione di O. Borsello e M. G. Ciani, Padova, Cleup, 1994 (Homo Edens. Regimi, miti e pratiche dell’alimentazione nella civiltà del Mediterraneo, 3), p. 137-149. 
 
Centanin O., La trachite euganea per l’industria ceramica (Nota II), “Memorie dell’Accademia Patavina di Scienze Lettere ed Arti, 66 (1954), p. 147-154. 
 
Ceoldo P., Albero della famiglia Parafava nobile di Padova compilato con le sue prove, Venezia 1801. 
 
Cheli N. — Cheli L., La vita del Petrarca a fumetti, Montepulciano Ed. Le Balze 2005, pubblicazione promossa dalla Provincia di Padova quale tributo in onore del poeta che ha scelto la sua ultima dimora nel territorio padovano. 
 
Cibotto G. A., Bassa marea. Versi in lingua e in dialetto, Venezia, Marsilio, 2006 ( Gli specchi della memoria); alcuni versi della raccolta sono anche dedicati a località dei Colli: Marendole, p. 77, Arquà Petrarca, p. 78 e El segreto de Sant’Elena, p. 79. 
 
Citran G., Il museo in una ex-cava sui colli Euganei, “Marmor” (1992), n 38, p. 20-26. 
Cogo Bruno, Il monumento dei marchesi d’Este nella chiesa di San Francesco, “Terra d’Este. Rivista di storia e cultura”, 18 (2008), n. 35, p. 135-161. 
 
 
Sul collezionismo
Fantelli P. L., Dipinti nelle collezioni padovane nel Settecento, in Il Salone degli antiquari, catalogo della mostra (Padova, Palazzo della Ragione, 11-21 ottobre 1991), s.p. 
Ericani G., Alcune aggiunte atestine per la collezione dell’abate Facciolati, in Il Seminario di Gregorio Barbarico. Trecento anni d’arte, cultura e fede, a cura di P. Gios e A. M. Spiazzi, Padova 1997, p. 99-102. 
 
La più recente ad aggiornata panoramica storico culturale sul'area euganea: 
Colli (I) Euganei, a cura di F. Selmin, Sommacampagna (VR), Cierre, 2005, che comprende i seguenti contributi: 
Selmin F. - Pettenella A., Il paesaggio euganeo, p. 4-23; 
 
Mozzi P., Isole nella pianura, p. 28-48, corredato con schede di: 
Aurighi M. - Vittadello A., I geositi, p. 49-50; 
Miola A., Il polline racconta la storia dell'ambiente, p. 51-52; 
Vorlicek P. A., I fenomeni franosi, p. 52; 
Ragazzi F., Dal suolo alla vigna, p. 53-55; 
 
Mazzetti A., La flora e la vegetazione, p. 58-70, con schede di: 
Mazzetti A., La Ruta padovana, la gemma più preziosa, p. 71-72; 
Mazzetti A., L'inganno dei roccoli, p. 73-74; 
Mazzetti A., Maronàri e maronarìe, p. 75-78; 
Tornadore N., Rarità floristiche e vegetazionali, p. 78-83 
 
Zanovello P., Le prime tappe della storia: tra Euganei, Veneti e Romani, p. 87-108, con schede di: 
Peresani M., Alle origini del popolamento antropico, p. 109-110; 
Zanovello P., L'acqua necessaria : acquedotti romani e ingegneria nei Colli Euganei, p. 111-113; 
Zanovello P., Le risorse termali euganee nell'antichità tra sacro e profano, p. 114-115; 
 
Settia A. A., Castelli euganei, p. 117-136, con schede su: 
Settia A. A., La rocca di Monselice, p. 137-139; 
 
Rigon A., Pievi, monasteri, eremi, p. 141-165. 
 
Grandis C., I Colli coltivati nei secoli dell'età veneziana, p. 168-195, con schede su: 
Grandis C., Il bosco, p. 196-203; 
Grandis C., La casa dominicale, p. 203-207; 
 
Grandis C., Fontane, rii, calti e gorghi: il patrimonio idrico e termale, p. 209-228, con schede su: 
Grandis C., La navigazione, p. 229-236; 
Grandis C., l mulino a coppedello, p. 237-239; 
 
Vigato M., Ville venete e possesso fondiario nel bacino euganeo: origine ed evoluzione, p. 241-258, con schede su: 
Pietrogrande A., Giardini euganei, p. 258-265; 
 
Vergani R., La trachite: una millenaria attività estrattiva, p. 267-283, con schede su: 
Vaccari E., I Colli Euganei nella storia delle scienze della terra: episodi settecenteschi, p. 284-286; 
Pignataro A., Cave e fornaci: l'archeologia industriale, p. 287-289; 
 
Zanetti P. G., Tra coltivi e boschi negli ultimi due secoli, p. 291-317, con schede su: 
Zanetti P. G., La casa rurale euganea, p. 318-322; 
Zanetti P. G., Le scuole agrarie di Praglia, p. 322-324; 
Varotto M., Coltivare in pendenza, p. 324-328; 
Varotto M., Abitare gli Euganei oggi: fra tradizione e tradimenti, p. 328-329; 
 
Selmin F., Economia, società, cultura fra Otto e Novecento, p. 332-353, con schede su: 
Selmin F., Andare sui Colli. Dal Grand Tour al turismo di massa, p. 354-358; 
Selmin F., Paesaggi letterari, p. 358-366; 
Ceschi C., I Colli nella pittura, p. 366-369; 
Giorato S., Per una storia della rappresentazione fotografica dei Colli Euganei, p. 370-377; 
Morbiato L., Il paesaggio euganeo nel cinema italiano, p. 378; 
Giorato S., Per una storia dell'alimentazione nei Colli Euganei, p. 379-383; 
 
Sandon G. , La tutela e la valorizzazione: storia e problemi, p. 386-407, con schede su: 
Sandon G., I vincoli paesaggistici, p. 408; 
Varotto M., Un fitto ricamo di percorsi fragili, p. 410-412; 
Bartolomei S., Il Parco Regionale dei Colli Euganei, p. 414-415; 
 
Bibliografia, p. 417-427. 
 
Una interessante ricerca sugli assetti territoriali utile a descrivere i percorsi della storia euganea nell’arco dei circa 4 secoli delimitati, da un capo, dal coinvolgimento dell’area nelle grandi dislocazioni della proprietà fondiaria e, dall’altro capo, dalla sua piena inclusione nell’orbita politica padovana. Il saggio si avvale di fonti note dandone talvolta penetranti interpretazioni come nel caso dello statuto del 1281 che enumera i “fuochi” dei diversi paesi del contado. Dall’esame delle superfici riesce a stabilire che lo spazio delle terre collinari corrispondeva a meno di un decimo del territorio padovano complessivo, mentre il numero dei fuochi corrispondeva all’incirca a poco meno di un quarto del totale e che i più ricchi centri, come Monselice ed Este, si trovavano nel comprensorio collinare. 
Collodo S., Ricerche sugli assetti territoriali dei Colli Euganei nel medioevo, “Terra d’Este. Rivista di storia e cultura”, 16 (2006), n. 31, p. 7-55, con ricca bibliografia che segnala tra le opere generali: 
Castagnetti, L’organizzazione del territorio rurale nel medioevo. Circoscrizioni ecclesiastiche e civili nella “Langobardia” e nella “Romania”, Bologna Patron 19822, p. 132-136, 160-161, per l’identificazione dei progenitori dei da Calaone e per notizie, corredate di documenti, sulle proprietà del nuovo ramo dinastico. 
Sostiene la Collodo che il declino di Padova  fra tardo antico ed alto medioevo è tuttora al centro di discussioni in quanto, di fronte alla propensione di più di uno studioso a negare che la città potesse essere stata distrutta radicalmente dall’incendio del 602, si tende a motivare il declassamento della sede sul piano dell’organizzazione civile con la decennale erosione del territorio di competenza, che era stata provocata dai Longobardi e, con questi, dai vicentini e dai trevigiani, passati dalla parte dei conquistatori fin dall’inizio dell’invazione (cfr. Settia, Monselice nell’alto medioevo, p. 87-88 e note 44,48). La studiosa ribadisce la convinzione che la città sia stata penalizzata non tanto dall’evento traumatico, di cui narra Paolo Diacono, quanto piuttosto dal dissesto edilizio e ambientale causato a partire dalla seconda metà del VI secolo dalle divagazioni del paleo-Brenta. Osserva, comunque, la studiosa come le divergenze degli studiosi sulla natura delle cause non debbono oscurare la realtà della grave crisi esperimentata da Padova, crisi provata più che a sufficienza dalla perdita del ruolo di capoluogo fino alla metà inoltrata del secolo X. 
 
Sui proverbi: 
Coltro D., Dio non paga al sabato. I proverbi della tradizione popolare veneta, Sommacampagna (VR), Cierre, 2004. 
 
Molteplici gli interventi con riferimenti anche al territorio collinare nel pregevole volume promosso dal Comune e dalla Biblioteca di Conselve: 
Conselve “luogo nobile” del Padovano, a cura di F. Sabbion, Comune di Conselve, 2005, con saggi di E. Zerbinati (La documentazione archeologica nel comprensorio conselvano, p. 9-24), F. Sabbion (L’attuazione dell’Agro centuriato, p. 25-32), C. Corrain (Il divenire del territorio, p. 33-42), S. Bortolami (Conselve nel Medioevo. I caratteri originali di un centro rurale del padovano, p. 43-72), P. Barbierato (Conselve e la toponomastica del suo territorio, p. 73-88), P. Gios (Aspetti di vita religiosa a Conselve nel XVI e XVII secolo dalle Visite Vescovili, p. 89-104), C. Grandis (L’isola detta di Conselve, circondata da fiumi. Note sul Governo delle acque in età veneziana (1405-1797), p. 105-120, F. Fasulo (La popolazione della Vicaria di Conselve durante il dominio veneto 1405-1797, p. 121-132, C. Traverso (L’Ottocento a Conselve, p. 133-154), P. Gios (I due vescovi di Conselve, p. 155-182), C. Ceschi (La parrocchiale di San Lorenzo. Gli oratori. I palazzi e le ville, p. 183-220, F. Sabbion (I ritrovamenti di ceramiche per uso, p. 221-237). 
 
Comune di Vò, Il complesso di Villa Contarini Giovanelli-Venier a Vò. Studi preliminari al progetto di restauro e di recupero funzionale, a cura di Antonio Draghi. S.n.t. Il libro propone anche un itinerario nell’identità visiva di Vò attraverso alcune mappe antiche: 
Maggi Annibale, Carta del territorio padovano, 1449 (Bibl. Ambrosiana di Milano, ms. 940); 
Fantello Bartolomeo, Mappa del territorio compreso tra i centri di Lovertino, Lovolo, Bastia, Rovolon e Vò, ca. 1578 (Arch. Storico comunale di Montagnana, Raccolta mappe n. 401); 
Bonotto Sebastiano, Mappa del territorio compreso tra i centri di Zovon, Boccon, Cortelà e Vò, metà del secolo XVII, ASP, S. Maria di Praglia, b. 157, dis. 2. 
Falcono Giovanni, Mappa del comprensorio dei Colli Euganei, ca. 1676, ASP, Arch. Notarile, b. 1139, dis. 1; copia di originale di ignoto. 
 
Nel volume edito dal Consorzio Euganeo delle Pro Loco:  
A lieta mensa sui Colli Euganei. Guida enogastronomica con cenni storici, a cura di G. Turato, Consorzio Euganeo Pro Loco, Battaglia Terme 2003; i cenni storici sono curati da Paola Zampieri, mentre le ricette proposte sono il frutto della ricerca condotta dal prof. Corrain, insieme alla prof.ssa M. Milani e Antonio Todaro. In particolare segnaliamo il contributo dello stesso Turato dal titolo: Note di gastronomia da Ruzante ai nostri giorni, p. 43-46. 
 
Cornu, Enallogene Einschlüsse in den Trachyten der Euganeen, „Beitr. Zur Paläont. U. Geol. Österreich-Ungarns“, Vienna 1906. 
 
Cortelazzo M., Vocabolarietto veneto dell'amore, Prefazione di G. Segato, Padova Panda 2004 (L'oro dei suoni, 12), che raccoglie espressioni, parole e tradizione collegate all'amore, con alcuni riferimenti precisi ai Colli Euganei come per la vicenda del maz de fiori (maggio dei fiori) a Boccon, l'espressione ciapàr carega e altro ancora. 
 
Crisafulli Cristina, Aggiornamenti sul ripostiglio di aurei del I secolo d.C. da Este, in Ut… rosae… ponerentur. Scritti di archeologia in ricordo di Giovanna Luisa Ravagnan, a cura di E. Bianchin Citton e M. Tirelli, (Quaderni di Archeologia del Veneto, serie speciale, 2), p. 137-142. 
 
Cucina e tradizione nel Veneto. 130 piatti proposti da una ricerca degli Istituti Alberghieri del Veneto, Treviso Fondazione Cassamarca 1996 (2.a ed. 1997). Per la cucina padovana — introdotta da un breve saggio di Nemo Cuoghi (La cucina padovana, p. 71-72) — la presentazione è stata svolta dall’I.P.S.S.A.R. di Abano Terme, a cura del Preside Paolo Rosaspina e dei docenti Emanuela de Saraca, Gian Piero Manca e Sergio Torresin. Son 13 le ricette proposte a rappresentare la tipicità padovana, introdotte da un breve cenno sulla storia del piatto: Bigoli neri, risotto con le rane, risotto ricco alla padovana, sbroeton de verse, tagliatelle con frattaglie di gallo, zuppa “maridada” alla padovana, anatra ripiena arrosta, coniglio alla padovana, faraona al vino rosso, fegato a la sbrodega (in umido), pollo in casseruola, verse sofegae, torta pazientina.