HomeIndice generale >  Una cucina euganeaMais, polenta e denutrizione
 
Sul “sorgo turco” (mais — la cui prima attestazione documentaria certa pare databile al 1582 a Vighizzolo d’Este) il primo ad occuparsi tra i trattatisti d’agricoltura è il  
Barpo G. B., Le delitie & i frutti dell’agricoltura e della villa, Libri tre, spiegati in particolari, Venezia 1634 (il Ricordo XV è dedicato al mais, che chiama sorgo bianco, del quale narra l’arrivo dall’America e benedice come thesoro del nostro paese, ricchezza della nostra borsa, e vero alimento de nostri bifolchi). 
Ancora  una testimonianza della coltivazione della pianta americana in terra veneta nella prima metà del ‘500 abbiamo in: 
Ramusio G. B., Primo volume, & seconda editione delle navigationi et viaggi in molti luoghi corretta, et ampliata…, In Venetia 1554. 
Sull'argomento si veda, inoltre: 
Fassina M., L’introduzione della coltura del mais nelle campagne venete, “Società e storia”, 15 (1982), p. 31-59. 
Messedaglia L., Notizie storiche sul mais. Una gloria veneta. Saggio di storia agraria, Venezia 1924. 
Messedaglia L., Il mais e la vita rurale italiana. Saggio di storia agraria, Piacenza 1927. 
Ricca di notazioni sull’alimentazione sono anche altre opere dello studioso: 
Messedaglia L., Pietro Martire d’Anghiera e le sue notizie sul mais e su altri prodotti naturali d’America, Venezia 1931. 
Messedaglia L., Agricoltura e alimentazione dei contadini. Storie vecchie e fatti nuovi, Venezia 1926. 
Gasparini D., Polenta e formenton. Il mais nelle campagne venete tra XVI e XX secolo, Sommacampagna (VR) 2002. 
 
Molte annotazioni sul cibo sono anche in altre opere del Messedaglia: 
Messedaglia L., Per la storia dell'agricoltura e dell'alimentazione, Piacenza 1932. 
Messedaglia L., Leggendo la “Cronica” di frate Salimbene da Parma. Note per la storia della vita economica e del costume nel secolo XIII, in “Atti dell’Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti, CIII (1943-1944), p.te II, Venezia 1945. 
Messedaglia L., Vita e costume della Rinascenza in Merlin Cocai, Padova 1979. 
 
Sulla polenta 
La polenta è pianto antichissimo diffuso molto prima dell’avvento del mais. In età antica — era chiamata puls dai Romani, che impastavano una farina di farro cotta nell’acqua e condita con olio o miele - veniva preparata con altri cereali (anche miglio, orzo, sorgo, panico) o anche con farina di castagne e di legumi. Tra i legumi era molto usata nel Veneto la fava. La storia del mais ha conosciuto nel padovano alcuni momenti significativi. 
Adami P. — Bevilacqua Zambusi M. — Boggi Mariacher A., Polenta e…, Cittadella 1999. 
Bernardi U., Reverenti memorie sul signor Pan e la illustrissima Signora Polenta, Venezia 1989. 
Piva B., La polenta, “Padova”, 6 (1932), n. 1, p. 37-38. 
Polenta (La) nel territorio padovano. Brevi cenni storici, Padova 1931, opuscoletto a cura del Segretariato delle Missioni della Diocesi di Padova che celebra il 300° anniversario della comparsa del mais sul mercato granario di Padova fatto risalire al voto fatto nel 1630 per la liberazione dalla peste e che viene fatta coincidere con il 300° anniversario della Madonna della salute, 21 nov. Festa della presentazione di Maria al Tempio. 
Prosdocimi G., Pernumia e l’asino sul campanile, Pernumia 1988, capitolo La polenta, p. 150-154, dove si espone in dettaglio le modalità di preparazione della polenta. 
Sandri A., La polenta nella cucina veneta, Padova 1980, dove dopo aver trattato dell’origine della polenta, del suo valore nutritivo e dei vari modi di preparazione, offre un vasto ricettario proponendo i diversi accoppiamenti stagionali, dal baccalà, all’agnello e capretto, selvaggina e maiale nel periodo invernale. 
 
Sulla denutrizione e la carestia: 
Arrigoni degli Oddi O., La pellagra nella Provincia di Padova, Padova 1883, ricco di annotazioni sull’alimentazione contadina nel padovano con i suoi tristi effetti. 
De Bernardi A., Il mal della rosa. Denutrizione e pellagra nelle campagne italiane fra '800 e '900, Milano 1984. 
Morpurgo E., Le condizioni materiali della popolazione agricola padovana,,In "Rivista dei lavori dell'I.R. Accademia di scienze, lettere ed arti di Padova", 9 (1860-1861), 2, p. 89-118, 
Pimbiolo degli Engelfreddi A., Esame intorno le qualità del vitto dei contadini del territorio di Padova, Padova 1783, molto interessante questa fonte settecentesca che esamina i problemi alimentari dell’epoca. Pimbiolo nato a Padova nel 1740 e morto sempre a Padova nel 1824, fu alunno del Seminario, medico, letterato e poeta; nel 1786 fu anche incaricato di provvedere alla riorganizzazione delle terme di Abano e più tardi il governo austriaco lo nominò direttore della facoltà di medicina. Dallo studio emerge la dieta dei contadini a base di polente di mais e orzo, da legumi come fave, lenticchie, da formaggio, sardelle e aringhe affumicate e da minutaglia di pesci, piccoli lucci e anguille, e zucche cucinate in vari modi.