HomeIndice generale > Il ClimaEventi catastrofici
 
Prima di allora poche ed episodiche sono le notizie relative alle vicende atmosferiche; riguardanti di solito fatti eccezionali, o addirittura catastrofici, e che possono storicamente assegnarsi alle vicende della mentalità più che del clima, anche perché possono dirsi più precisamente percezioni che non notazioni climatiche. 
Esemplare in questo senso la vicenda di cui parla: 
Verrua P., La memoria a Padova e la notizia a Venezia, nelle Marche, a Roma, a Lisbona del turbine del 17 agosto 1756, 1 (1931), n.s., n. 4, p. 197-204. Il turbine in questione determinò lo scoperchiarsi del tetto del Salone, fatto che molto impressionò i padovani. Ma non solo, perché l’autore rintraccia resoconti del fatto anche a Roma e addirittura una versione portoghese (versione che egli ascrive a ragioni psicologiche per mitigare la disperazione ed il terrore provocato dal recente sisma che colpì quella capitale, quasi a dire che le disgrazie non colpiscono solo Lisbona. Insomma consoliamoci con le miserie altrui). L’opuscoletto è intitolato: 
Carta vinda da cidade de Padua, em a quel se refere o espantoso e horrivel successo, que na mesma Cidade aconteceo nos 17 do mez de Agosto deste Anno, remetida a esta cidade. Traduizida e escrita em idioma luzitano por F. A. de Ol[ivares ?], Lisboa 1756. 
In quel martedì di agosto del 1756 il turbine attraversò anche i Colli Euganei e a Carbonara determinò lo scoperchiarsi della Chiesa. 
Per il Toaldo il turbine del 17 agosto 1756 diveniva il “turbine di Padova” per antonomasia. L’impressione era stata infatti grande e ne è testimonianza la molteplicità delle notizie. Una anonima lettera a stampa diffusa in quegli anni accenna a “diligenti relazioni” redatte da molti sullo stesso argomento: 
(Lettera ad un amico lontano intorno alle rovine causate al Palazzo della Ragione di Padova dal Turbine del dì 17 agosto, Padova, s.d., tip. Conzatti), per cui la notizia giunse sino ad Osimo, nelle Marche, e a Roma. 
Dell’uragano di rara potenza che il 16 maggio 1856 investì la zona di Baone e Monte Ricco, riversandosi poi nei campi di Pernumia, Maserà e paesi limitrofi, appena pochi giorni dopo che il Canale di Battaglia aveva rotto l’argine a Mezzania, allagando circa 20 mila campi, parla: 
Fanzago F., Fotografia di Padova nel 1856, Estratto dalla “Rivista Euganea”, p.