Qualche spunto dalla più recente storiografia

Dalla storiografia più recente e sugli sviluppi degli studi proponiamo tre libri.

I volonterosi carnefici di Hitler è uno dei casi più clamorosi nella storiografia degli ultimi decenni. Uscito negli Stati Uniti nel marzo 1996, questo libro di un giovane e sconosciuto professore di Harvard ha suscitato un intenso dibattito.

Daniel J. Goldhagen, nel suo tentativo di rispondere a un interrogativo inquietante che eravamo abituati a considerare chiuso - come ha potuto il popolo tedesco, una delle grandi nazioni civili della civile Europa, compiere il più mostruoso genocidio mai avvenuto? -, pare ad alcuni riproporre la tesi della colpa collettiva. A suo avviso nessuna delle spiegazioni finora date -

la follia criminale di Hitler,

la segretezza in cui furono condotte le operazioni di sterminio,

l'educazione alla disciplina che avrebbe spinti militari e burocrati a "eseguire gli ordini" -

può essere giudicata soddisfacente.

Egli esamina da vicino le figure degli "esecutori" e reinterpreta la società tedesca fra il 1933 e il '45 e il suo radicato antisemitismo. Attingendo a materiale non ancora vagliato o trascurato da altri studiosi, nonchè a testimonianze dirette degli esecutori, Goldhagen dimostra che, contrariamente a quanto spesso si pensa, i responsabili dell'Olocausto non furono solo SS o membri del Partito nazista, ma tedeschi comuni di ogni estrazione, uomini (e donne) che brutalizzarono e assassinarono gli ebrei per convinzione ideologica e per libera scelta, sovente con zelo e con gratuito sadismo.


Gli altri due libri sono di Jan Tomasz Gross, uno storico polacco che insegna presso la Princeton University.

Il primo libro è del 2001 e s'intitola: I carnefici della porta accanto. 1941: il massacro della comunità ebraica di Jedwabne in Polonia. In questo libro si racconta di un giorno d'estate del 1941 quando la metà degli abitanti di Jedwabne, in Polonia, assassinarono l'altra metà. La cosa scioccante è che a brutalizzare gli ebrei non furono i nazisti ma i compaesani polacchi, che le vittime conoscevano per nome. Secondo tutte le testimonianze l'esercito tedesco, che aveva occupato da poco il paese e che per 70 anni fu ritenuto responsabile dell'eccidio non ebbe parte attiva nello sterminio ma si limitò a scattare fotografie. Gross, dunque, apre orizzonti impensabili sull'antisemitismo in Europa.


Nell'altro libro del 2011 dal titolo Un raccolto d'oro (con Irena Grudzinska Gross) si affronta il tema della spoliazione degli ebrei, in un processo di reificazione degli ebrei, che emerge essere stato un fenomeno su scala europea e mostra come ovunque la popolazione locale, pur depredata dall'occupante nazista, prendeva parte al saccheggio approfittando dell'occasione.